
Ci siamo, tra poco più di due mesi si svolgeranno le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo
Oltre all’incognita del Regno Unito dovuta alla Brexit a far preoccupare la Commissione europea è la possibilità di influenzare il voto attraverso campagne di disinformazione simili a quelle che hanno caratterizzato la campagna americana. La disinformazione online è veicolata attraverso “bot automatizzati” (robot) in grado di influenzare le conversazioni e i dibattiti sui social. Questi “social bot” sono degli algoritmi di intelligenza artificiale capaci di interagire con gli esseri umani imitandone anche il linguaggio, si trovano in ogni piattaforma e si nascondono dietro ad account e profili fasulli.
L’incontro tra i vertici europei e quelli delle maggiori piattaforme on line
Il 19 marzo, a Bruxelles c’è stato un incontro tra il vicepresidente della Commissione europea Andrus Ansip, il commissario alla sicurezza Julian King e alla giustizia Věra Jourová e i rappresentanti di Facebook, Google e Twitter. Durante l’incontro i rappresentati dell’Unione europea hanno avanzato quattro specifiche richieste ai colossi del web per frenare la proliferazione di fake news.
Migliorare i sistemi di verifica indipendente
Il primo punto, afferma, King è “Migliorare i sistemi di verifica indipendente”. In altre parole, secondo il commissario europeo le piattaforme devono condividere gli open data con terze parti ed in tutti i paesi membri dell’Unione. Facebook ad esempio ha un partner di verifica delle fake news solo in alcuni paesi tra cui l’Italia.
Creare banche dati della pubblicità politica
Il secondo punto affrontato durante il vertice è stato quello della creazione di banche dati dove raccogliere tutte le pubblicità collegate alla campagna elettore europea: come ad esempio i nomi dei candidati, gli acquirenti degli spazi pubblicitari ecc…
Maggiore trasparenza ed eliminazione dei profili falsi
King ha anche ribadito che le piattaforme devono compiere ogni sforzo possibile affinché ci sia maggiore trasparenza sui meccanismi con i quali si propaga la disinformazione. Uno dei metodi, secondo il commissario è agire contro i profili falsi (solo Facebook ammette che siano presenti 116 milioni di account fake sulla sua piattaforma), la linea da seguire secondo la commissione è punire severamente i veri possessori di tali account, chiudendo i loro profili e smascherando la truffa.