
Patrono di Bergamo, vissuto a cavallo del III e IV secolo.
Dopo essere stato comandante di centuria della legione Tebea, utilizzata prevalentemente in Oriente, è spostato in Occidente. Gli viene ordinato di ricercare i cristiani contro i quali è in atto una persecuzione.
Di fronte al suo rifiuto e di alcuni compagni segue la decimazione, a cui riesce a salvarsi. Scappa a Milano dove però è riconosciuto e incarcerato. Grazie a san Fedele, che organizza la fuga di Alessandro, si rifugia a Como e infine, passando per Fara Gera d’Adda e Capriate, arriva a Bergamo.
Qui, ospite del principe Crotacio, che lo aiuta a nascondersi, inizia la sua opera di predicazione e conversione di molti cittadini, tra cui i martiri Fermo e Rustico. Ma nel 303 Alessandro è nuovamente scoperto e catturato. Condannato alla decapitazione, muore il 26 agosto a Bergamo, dove ora sorge la chiesa di Sant’Alessandro in Colonna.
A Napoli si dice: “Chi fatica magna chi nun fatica magna e beve”.
(Chi fatica mangia, chi non fatica mangia e beve).
Riflessione del giorno:
Le nostre vite sono modellate dalle nostre scelte. Per prima cosa facciamo le nostre scelte. Poi le nostre scelte ci rendono ciò che siamo.
(Anna Frank)
Casimiro Todicchio