
“Pompei dopo il disastro” è un film-documentario che sarà proiettato domani mattina, in anteprima nazionale, nella Sala degli Angeli dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli
“Pompei dopo il disastro” potrà essere visto nella serata di domani (ore 22,40) anche sul canale tematico History Channel
“Pompei dopo il disastro” in anteprima al Suor Orsola
“Pompei dopo il disastro” è una produzione realizzata da tre brand internazionali: MyMax”, “Doc.Station” e “A+E Networks. Lo scopo del documentario è di raccontare ciò che accadde a Pompei e nei suoi dintorni a partire dalle prime ore seguenti l’eruzione del Vesuvio, nel 79 d.C. La Sala degli Angeli dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli ospiterà, domani mattina, alle ore 11, la proiezione di questo lavoro in anteprima nazionale.
Dopo una breve introduzione del Rettore dell’Ateneo napoletano, Lucio D’Alessandro, i presenti potranno ascoltare le relazioni di alcuni autori. Tra questi, Massimo My, il quale è da anni promotore dell’introduzione, anche in ambito cinematografico, della Realtà Virtuale ed Aumentata: “E’ la prima volta che un documentario tratta questo argomento: come la Campania si sia rimessa in piedi dopo l’eruzione del 79 – ha affermato My – Raccontiamo un grande intervento di Protezione Civile, ma tenuto in toga e sandali, duemila anni fa”.
Un docu-film sul post-eruzione
“Pompei dopo il disastro” andrà ad arricchire, dunque, la documentazione scientifica sulla catastrofe del 79 d.C. Se al Mav di Ercolano è possibile assistere e trovarsi virtualmente coinvolti nelle principali fasi dell’eruzione, con questa nuova produzione gli spettatori potranno avere uno scenario verosimile delle conseguenze prodottesi nell’area intorno al vulcano subito dopo il drammatico evento.

Girato la scorsa estate, “Pompei dopo il disastro” riporta anche il parere di alcuni archeologi, come Ersilia D’Ambrosio, della Soprintendenza Archeologica di Roma, e Massimo Osanna, Direttore del Parco Archeologico di Pompei: “ In quel periodo Tito era diventato da poco imperatore – afferma lo stesso Osanna – Creò una commissione di “Curatores Restituendae Campaniae, per ricominciare la ricostruzione”.
Secondo Osanna, un segno degli interventi effettuati da questi funzionari è riconoscibile nelle asportazioni di marmi e statue equestri dal Foro, ovvero la piazza centrale di Pompei. Tito, tra l’altro, finanziò tali lavori anche attraverso il suo patrimonium: un segno, questo, della sua grande benevolenza e sensibilità verso un territorio tanto bello e ricco da essere, sovente, definito Campania felix.
Tra i primi interventi la ripresa della produzione vinicola
“Pompei dopo il disastro”, infine, metterà in luce le difficoltà economiche derivate nell’area italica a seguito dell’eruzione, avvenuta molto probabilmente in autunno, nella data del 24 ottobre. In particolare, uno dei settori più colpiti fu quello della produzione vinicola. Il Vesuvio, infatti, al momento della strage, così come documenta un affresco ritrovato nella Casa del Centenario e oggi conservato al Mann, era ricoperto di vigne.
Il documentario, pertanto, porrà in risalto una scelta da parte della classe dirigente romana: ripopolare gradualmente la zona nord del comprensorio vesuviano. Non è un caso, infatti, che in località Starza della Regina, a Somma Vesuviana, fu impiantata una grande villa produttiva, esplorata negli anni scorsi dall’Università di Tokyo, con la consulenza del professor Antonio De Simone, e divenuta famosa per essere stata considerata inizialmente, in modo erroneo, proprietà e luogo di morte dell’imperatore Augusto.