
La salute dei nostri mari è a rischio: pesticidi, rifiuti plastici e inquinamento provocato dalle piattaforme petrolifere nonché dalle stesse petroliere stanno compromettendo la flora e la fauna marittima.
Il problema dell’inquinamento ambientale, ed in particolare dei nostri mari, è sempre più d’attualità. I continui reportage sullo stato di salute dei nostri oceani e su quello degli animali marini hanno sensibilizzato l’opinione pubblica. Il mondo scientifico è impegnato, già da diversi anni, a cercare una soluzione definitiva a questo problema. Gran parte delle soluzioni a cui sono pervenuti i ricercatori prevedono l’uso di spugne assorbenti. Composte di diversi materiali e utilizzando diversi meccanismi di funzionamento queste spugne potrebbero effettivamente risolvere il problema dell’inquinamento.
La soluzione italiana
Il Centro per le Nanotecnologie Biomolecolari dell’Istituto Italiano di Tecnologia a Lecce, ha sviluppato una particolare spugna in grado di assorbire il petrolio separandolo dall’acqua mediante l’utilizzo di campi magnetici. La schiuma di poliuretano è stata trattata con nano particelle di ossido di ferro e con politetrafluoroetilene, che gli conferiscono proprietà magnetiche, superoleofile e superidrofobiche. Inoltre, l’80% delle nano particelle introdotte nella schiuma, dopo l’uso possono essere recuperate e riutilizzate, questo rende la spugna super ecologica.
La dottoressa Athanassiou, a capo del gruppo di ricercatori “Smart Materials”, illustrando le fantastiche proprietà di questo prodotto ha commentato: “Abbiamo usato come materiale di partenza comuni spugne naturali a base di schiuma di poliuretano che si trovano già in commercio. A essere decisivo è il complesso trattamento: il rivestimento di nano-particelle consente alle spugne di essere permeabili agli oli e assorbire una quantità di sostanza oleosa fino a tredici volte il loro peso. Tutto senza raccogliere nemmeno una particella d’acqua”. Queste spugne oltre ad essere dotate di una spettacolare capacità di assorbimento possono anche essere guidate a distanza. “Le molecole rispondono ai campi magnetici e così le spugne, mentre galleggiano, si possono manovrare da lontano e arrivano a coprire aree molto estese”.
La ricerca americana
La soluzione proposta dai ricercatori americani dell’Argonne National Laboratory, invece, si chiama Oleo Sponge ed è una spugna realizzata in schiuma di poliuretano rivestita al suo interno di molecole oleofile fissate mediante nanostrutture in ossido di metallo, capace di assorbire petrolio fino a 90 volte il suo peso in petrolio. La schiuma con cui è composta la spugna è una combinazione di sostanze plastiche, poliuretani e poliimmidi, rivestiti da un composto chimico, il silano, che è capace di attirare a sé determinate quantità di petrolio. Dopo l’utilizzo la spugna può essere strizzata e riutilizzata.
La soluzione tedesca
La super spugna tedesca si chiama Pure ed è il frutto di un errore di produzione. Un dipendente sbadato, della società tedesca Deurex che produce cere, vernici e plastiche lasciò un macchinario acceso tutta la notte, peraltro, con le impostazioni sbagliate. Il chimico tedesco Günter Hufschmid insieme al suo team di ricerca è riuscito a trasformare questo imprevisto in una scoperta geniale. Questo prodotto è composto da una cera legante ed è in grado di assorbire tutto ciò che viene sversato in acqua, non solo il petrolio ma qualsiasi composto chimico. Questa particolare spugna assorbe rapidamente una quantità di sostanze inquinanti pari a sette volte il suo peso.