
I test farmaceutici ora saranno più facili e sicuri
L’utilizzo delle cellule staminali sta avanzando prepotentemente e sta facendo passi da gigante. Grazie alla ricerca sulle cellule staminali embrionali é stato possibile riprodurre in provetta le forme più aggressive di tumore al polmone. Ciò permetterà di testare i farmaci senza il sacrificio di cavie.
Nuovi modelli in vitro per i tumori polmonari
Grazie all’avanzamento delle conoscenze scientifiche e alla comprensione delle cellule staminali embrionali umane è stato possibile simulare in provetta la forma più aggressiva al tumore polmonare. Il tumore al polmone è il quarto tumore per frequenza nella popolazione (11%) e colpisce un uomo su 9 ed una donna su 37. Queste statistiche però sono destinate a peggiorare sempre più, principalmente a causa dell’abbassamento dell’età in cui si inizia a fumare. Infatti, la forma più aggressiva di questo tipo di tumore colpisce principalmente i soggetti fumatori. I risultati ottenuti dal team dell’unità di ricerca biomedica della Cornell University di New York sono stati pubblicati sul Journal of Experimental Medicine.
Ovviamente questo è un modello ancora imperfetto, che richiede altro tempo per essere perfezionato, ma sarà utile per studiare la progressione della malattia e la risposta ai cocktail farmaceutici.
Tanto rumore per nulla?
Perché tanto clamore per un risultato apparentemente incompleto e tutto sommato iniziale?
Essere riusciti a ricreare il tumore in provetta permetterà di conoscere a fondo i dettagli dello sviluppo della patologia oncologica. Infatti il tumore polmonare é una patologia estremamente dinamica, tra le più variabili e che quindi diventa facilmente resistente alle terapie. Nella maggior parte dei casi reali è necessario eseguire numerosi controlli per seguire il follow up sia della patologia che dell’efficacia della cura farmaceutica.
L’eziologia di questo particolare tipo tumorale non è ancora del tutto chiara. Secondo diversi studi, sarebbe da ricercare nelle cellule neuroendocrine (Pnec) del polmone.
Dalle staminali la nuova arma anti cancro
Ad oggi nessuno era ancora riuscito a ricreare questo tipo cellulare in laboratorio partendo da staminali embrionali umane. I ricercatori della Weill Cornell Medicine hanno centrato l’obiettivo bloccando la cascata di segnali del gene Notch dopo che le staminali avevano iniziato a differenziarsi in cellule progenitrici dei polmoni. Le cellule neuroendocrine indotte in provetta sono state quindi utilizzate per studiare il ruolo giocato nell’insorgenza della malattia da due geni (gli oncosoppressori RB e TP53), che normalmente frenano il tumore e che invece risultano mutati nella gran parte dei pazienti.
Il successo della genesi artificiale del cancro polmonare, partendo da staminali, è una vera e propria pietra miliare nello studio della patologia, principalmente per due motivi. Il primo è che ha verificato sperimentalmente almeno un path di mutazioni che trasforma cellule normali in cellule cancerose prive di controllo. Il secondo è che da ora in poi sarà possibile utilizzare le linee cellulari sviluppate per testare, tramite la tecnologia Crispr-Cas9, tutto l’editing genomico che occorre per valutare l’efficacia delle terapie innovative antitumorali. Modificando appunto l’assetto genetico del tumore sarà possibile esporre selettivamente linee cellulari opportunamente modificate a specifiche terapie, così da verificarne rapidamente l’efficacia.